“Chi arriva prima se li prende, e’ sempre stato cosi'”. Il 33enne Ismail Olhaye Hussein, presunto capo dell’organizzazione criminale di trafficanti di migranti sgominata oggi dalla Polizia di Bari, in una intercettazione telefonica con un suo collaboratore a Catania sintetizza cosi’ il sistema del reclutamento di migranti. Il trasferimento nel nord Europa avveniva in cambio di profumate ‘parcelle’, 900 dollari per un pacchetto ‘all inclusive’ che comprendeva documenti falsi presi a Napoli, in alcuni casi con i nomi di famosi cantautori somali, vitto, alloggio, vestiti e biglietti per i viaggi. Il gruppo si sarebbe avvalso anche di “osservatori inviati nei centri di accoglienza dopo gli sbarchi” per reclutare migranti, ma in alcuni casi lo stesso 33enne si sarebbe recato al Cara di Bari, citta’ dove risiedeva, per dare istruzioni ai sodali “sul da farsi per prendere i nuovi arrivati”. In una delle conversazioni intercettate, il 33enne risponde ad un connazionale residente in Sicilia che lo aveva contattato lamentandosi che un altro trafficante aveva “rubato un gruppo di migranti appena arrivati”. Hussein gli spiegava quindi che “voi state in un posto strategico, queste cose non finiscono mai, chi arriva prima se li prende, e’ sempre stato cosi'”. Il sistema di reclutamento avveniva infatti direttamente nei Centri di accoglienza. In un’altra intercettazione fra due presunti trafficanti dell’organizzazione somala con base logistica a Bari, uno dei due spiega che un suo contatto al Cara “ha detto che sono arrivate le persone nuove, le stanno ancora trasportando, gli ho detto di raccogliere tutte quelle che trova”. Agli atti dell’indagine c’e’ la testimonianza-confessione di un cittadino somalo che si e’ auto-accusato di aver aiutato l’organizzazione criminale nel trasferimento dei migranti, soprattutto minorenni, e che ha raccontato che il 33enne era “considerato, nella comunita’ somala barese, il padrone, perche’ ha i soldi”. Le attivita’ tecniche di Squadra Mobile e Digos hanno anche accertato la capacita’ intimidatoria dell’uomo, il quale avrebbe minacciato un minore somalo detenuto nel Fornelli perche’ trovato con documenti falsi, che lui stesso gli aveva fornito, di ritrattare eventuali dichiarazioni accusatorie nei suoi confronti. Documentata anche la sua capacita’ di ottenere informazioni riservate da canali istituzionali presenti all’interno della Questura su interpreti somali usati nell’indagine. “Penso di pagare una piccola somma a qualcuno della mafia affinche’ gli taglino la gola”, dice il 33enne in una intercettazione ambientale.
CRONACA
10 maggio 2017
Migranti: trafficanti, ‘Chi arriva prima se li prende’. Le intercettazioni shock