Il totale dei debiti affidati dai diversi enti creditori a Equitalia, da inizio 2000 a fine 2016, ammonta a 817 miliardi di euro ma solo per 51,9 miliardi “le azioni di recupero potranno ragionevolmente avere più efficacia”. Lo ha spiegato l’amministratore delegato di Equitalia, Ernesto Maria Ruffini, nel corso di un’audizione alla Commissione finanze della Camera. “L’importo di 817 miliardi, per oltre il 43%, è difficilmente recuperabile – ha precisato – 147,4 miliardi di euro sono dovuti da soggetti falliti, 85 miliardi di euro da persone decedute e imprese cessate, 95 miliardi di euro da nullatenenti (in base ai dati presenti nell’Anagrafe tributaria), per altri 30,4 miliardi di euro la riscossione è sospesa per provvedimenti di autotutela emessi dagli enti creditori o sentenze dell’autorità giudiziaria”. “Residuano 459,2 miliardi di euro, di cui oltre il 75% (348,4 miliardi) si riferisce a contribuenti nei confronti dei quali l’Agente della riscossione, come è noto, ha già tentato invano, in questi anni, azioni di recupero esecutive e/o cautelari – ha aggiunto – ulteriori 26,2 miliardi di euro sono oggetto di pagamenti rateizzati in essere. L’effettivo magazzino residuo su cui poter presumibilmente svolgere azioni di recupero si riduce quindi a 84,6 miliardi di euro (-0,3 mld di euro, rispetto al 2015), di cui circa 32,7 miliardi sono riferiti a posizioni non lavorabili” per effetto delle norme a favore dei contribuenti. “Pertanto – ha concluso Ruffini – l’importo di 51,9 miliardi di euro rappresenta la quota sulla quale le azioni di recupero potranno ragionevolmente avere più efficacia”.
CRONACA
6 aprile 2017
Caos Equitalia, 21 milioni di cittadini hanno debiti da pagare ma “oltre il 43% non si recupera”