Respinto il ricorso della ditta esclusa, via libera definitivo alla cittadella scolastica. Un progetto ambizioso che ora potrà muovere passi da gigante, mettendo in rete le quattro scuole di Santa Maria la Carità. Anche il Consiglio di Stato dà ragione al Comune e l’appalto, finanziato con fondi europei, resta saldamente nelle mani della Ecores Costruzioni e Restauri, ditta che ha già effettuato i lavori in un primo lotto.
Superata questa fase, soprattutto quella del ricorso, si pensa a come rimettere in moto il cantiere senza creare disagi per le lezioni. L’obiettivo è quello di completare gran parte degli interventi tra maggio e settembre, in modo da evitare rotazioni troppo lunghe per le classi.
A breve la ditta e l’amministrazione comunale saranno intorno a un tavolo per studiare la soluzione che peserebbe di meno ai rispettivi dirigenti scolastici, con cui sarà aperto un vero e proprio confronto. Insomma, si deciderà assieme su come affrontare i lavori della cittadella scolastica.
Un’opera tormentata ma che ora intravede una luce in fondo al tunnel, con ricorsi e controricorsi che rischiavano di creare qualche inciampo all’amministrazione.
Gli stessi fondi europei sono stati blindati già da qualche settimana e dalla Regione arriva anche la prima tranche
per riavviare l’intervento più atteso di sempre. Sei i milioni di euro complessivi per l’opera che rappresenta una svolta positiva per Santa Maria la Carità. In pratica quattro plessi scolastici e i rispettivi indirizzi uniti non solo giuridicamente ma anche attraverso una struttura
nuova e all’avanguardia.
In realtà la gara d’appalto si è già tenuta oltre un anno fa, ma la ditta arrivata seconda ha impugnato il provvedimento di aggiudicazione dell’appalto milionario. Nel frattempo erano sorti problemi con la spesa dei fondi europei, per cui si è resa necessaria una riprogrammazione dei finanziamenti
Inizialmente il termine per la scadenza dei fondi europei era fissata al 31 dicembre 2015. Nonostante l’amministrazione D’Amora avesse approvato, prima dell’estate, lo spacchettamento del progetto in più fasi allo scopo di impegnare una prima parte del contributo (circa 200mila euro).
Alla fine la restante parte non è stata più finanziata, per il chiaro diktat dell’unione Europea di fermare chiunque non fosse in regola
con i termini. L’opera è poi stata inserita nella nuova programmazione dalla Regione Campania.