Torre del Greco/Ercolano. Volevano portare a termine un piano stragista senza precedenti all’ombra del Vesuvio: una vera e propria carneficina a due passi dal carcere in cui era rinchiuso il boss Giovanni Birra.
E’ l’incredibile progetto di morte programmato dai vertici del clan Papale, la cosca dei “siciliani” di corso Resina pronta a tutto per vendicare l’omicidio di Antonio Papale, fratello dei padrini di vico Moscardino.
L’incredibile retroscena emerge dalla raffica di intercettazioni ambientali in carcere agli atti della direzione distrettuale di Napoli: la conversazione “incriminata” vede protagonista Luigi Papale – attualmente recluso al regime del carcere duro – e suo figlio Pietro Papale.
L’obiettivo dei “catanesi” è ripagare con la stessa moneta il boss rivale, Giovanni Birra. In che modo? Uccidendo i suoi familiari. Luigi Papale – sempre secondo la tesi della Dda – avrebbe immaginato di colpire i parenti di Birra durante il tragitto che li avrebbe condotti al carcere di massima sicurezza nel quale si trova recluso il boss ergastolano.
Ciro Formisano
+++ leggi l’articolo completo su Metropolis Quotidiano in edicola oggi +++