Venivano istruiti ed equipaggiati di tutto punto per superare un esame di cui non sapevano nulla in una lingua che praticamente non conoscevano. Centinaia di extracomunitari – soprattutto indiani e pakistani – hanno ottenuto cosi’ la patente, grazie a persone che si preoccupavano di prepararle a tutto, tranne che a guidare un veicolo. La polizia stradale di Treviso ha individuato e denunciato diverse persone che si sono presentate nelle aule della motorizzazione civile per sostenere l’esame teorico per la patente carichi di microtelecamere e microauricolari nascosti, ma a digiuno delle piu’ elementari regole del codice della strada. A gestire tutto era un’organizzazione che, grazie a una rete capillarizzata sul territorio veneto e lombardo, offriva il ‘necessaire’ a ottenere la patente pagando tra i 2.000 ed i 3.000 euro.
Le persone coinvolte, spesso straniere con enormi problemi di comprensione dell’italiano sia scritto che parlato, ma anche italiani del tutto privi dei requisiti culturali minimi per il superamento degli esami, accettavano di buon grado e si mettevano nelle loro mani. L’organizzazione operava nel mondo dalle autoscuole – molte delle quali gestite proprio dai sodali – presentava candidati nelle motorizzazioni civili di Treviso, Venezia, Padova e in alcuni casi anche Bergamo, cui riusciva a far superare l’esame teorico in modo del tutto fraudeolento. Nel giorno dell’esame, i candidati venivano contattati e ‘vestiti’ con microfoni e telecamere wi-fi o con semplici smartphone che trasmettevano al ‘suggeritore’ le immagini delle domande dei quiz e di ricevere sui micro auricolari le risposte fornite dal suggeritore da una postazione situata a distanza Il giro d’affari e’ stato stimato in 600mila euro l’anno: dal 2013, oltre due milioni complessivi.