Torna puntuale come ogni anno la lotta per eleggere il re dei simulatori calcistici. Da 20 anni a questa parte Konami ci propone il suo prodotto, affinato dal motore grafico “Fox Engine” che rasenta il fotorealismo per quanto riguardi i volti dei calciatori.
Sul rettangolo verde ci sono le novità maggiori, l’algoritmo che gestisce l’intelligenza artificiale è stato rifinito alzando l’asticella del livello di sfida.
La pessima gestione del calciomercato sembra essere un ricordo, se in passato ci sono voluti 2-3 mesi per poter avere i trasferimenti dell’amatissimo calciomercato, quest’anno al day one non rischieremo di ritrovare ancora Higuain nel Napoli, anzi l’annuncio di aggiornamenti settimanali per rose e condizioni dei giocatori mira a rendere l’esperienza il più reale possibile.
Scesi in campo si riesce a prendere immediatamente confidenza coi movimenti dei giocatori, gestirli prima di poter ricevere palla e anticipare così l’avversario. Chi ha valori tecnici più alti come i Messi e Ronaldo potranno godere di una facilità disarmante nel controllo palla, chi invece ha caratteristiche più basse farà più fatica a gestire e smistare la sfera. Il ritmo di gioco più lento rispetto al passato, aiuta sicuramente nel poter ragionare e poi sviluppare l’azione nel modo che si preferisce, ciò è reso possibile anche dalle molteplici nuove animazioni che hanno aumentato anche l’affidabilità e qualità dei portieri. La gestione degli spostamenti continua a non convincere, infatti sembrano ancora esser presenti gli 8 binari direzionali prestabiliti per i movimenti, dando la sensazione di non avere un controllo totale.
Fa il suo debutto l’intelligenza artificiale adattiva, la CPU si comporterà di conseguenza al nostro modo di giocare, raddoppiando il più talentuoso della nostra squadra su cui viene incanalato lo svolgersi delle azioni.
La ristrutturazione del menù per la gestione della tattica non è delle migliori essendo strutturata con troppe opzioni inutili e macchinose, che portano a perdere l’immediatezza delle scelte rallentando così l’esperienza.
Nota dolente, come ogni anno è la questione licenze.
Si è puntato tutto sul Barcellona, strappando una partnership esclusiva, che comprende una riproduzione fedele del Camp Nou, del logo, divisa e riproduzione in 3D dei volti dei beniamini blaugrana. Il resto della liga spagnole invece vede solo poche squadre aver concesso i diritti.
Se la passa meglio il campionato italiano, con 18 squadre su 20 riprodotte fedelmente, ma con il solito Sassuolo divenuto Sansagiulo e il grande neo della squadra campione d’italia Juventus, tramutatasi in PM Black White. Questa perdita ha favorito il titolo concorrente che può vantare loghi maglie e stadio, lasciando solo la riproduzione dei volti dei giocatori.
Si salvano invece il campionato francese, olandese e sud americano, con una prevalenza di questi ultimi sulle varie squadre europee.
Le modalità rimangono immutate rispetto al passato, con la master league che permette la creazioni della propria rosa e il diventa un mito per creare il proprio alter ego virtuale che continuano a farla da padrona.
Le modalità online invece non sono potute esser state provate, dato che i server al momento della scrittura dell’articolo sono ancora offline.
Pes continua a percorrere la strada battuta dai suoi predecessori, i giapponesi della Konami hanno capito in che direzione vogliono portare il gioco e con i miglioramenti richiesti dalla community, in parte accolti, sono riusciti a creare un titolo in grado di soddisfare la propria utenza. Il comparto della IA è la novità più lieta di questa edizione, ma la mancanza delle licenze, la peggiore di tutta la storia della serie rovina inevitabilmente l’esperienza finale del prodotto.
Riuscirà il titolo Konami ad aggiudicarsi il podio di miglior simulatore calcistico? Fifa risponderà a breve.
Gennaro Annunziata