L’attesa svolta nelle indagini sul delitto del sindaco di Pollica Angelo Vassallo non c’è ancora stata. Sono passati sei anni (oggi) da quell’omicidio ma la mano esecutrice resta ignota, nonostante sul registro degli indagati siano finite quattro persone accusate dalla Procura di aver concorso al crimine con l’aggravante mafioso. Il primo sulla lista della Dda è il salernitano Bruno Humberto Damiani, alias ‘o brasiliano, catturato a Bogotà in Colombia nel 2014 dopo aver lasciato l’Italia qualche giorno dopo quel 5 settembre 2010. Ma l’arresto era legato allo spaccio di droga nel Cilento e per un espiamento pena dopo una tentata estorsione quando faceva parte del gruppo di Giuseppe Stellato. Insieme al “Brasiliano” a gennaio scorso sono finiti sotto la lente della Procura Antimafia salernitana (Pm Marco Colamonici) personaggi residenti nel Cilento e provenienti dal Napoletano, tra cui imprenditori con “movimenti” nel campo della droga, che in quegli anni erano interessati anche alla compravendita di immobili di lusso e alla gestione di alcuni ristoranti tra il comune di Pollica e le frazioni marinare. Subito dopo il delitto, le indagini si concentrarono- tra le piste seguite – anche su “certa” imprenditoria proveniente da Napoli (e dall’hinterland) che il sindaco cilentano aveva combattuto perchè ritenute vicine alla cosche malavitose.
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