Per salvare la faccia del clan erano disposti a tutto. Anche a uccidere e fare sparire nel nulla la moglie del boss, la donna che aveva tradito le leggi della malavita per gettarsi tra le braccia di un marittimo. E’ la storia della “lupara bianca dell’onore”, l’assurda vendetta nata tra pistole e lenzuola nei vicoli della camorra nascosti dall’ombra del Vesuvio. Settembre 2012. Siamo a Ercolano, nel cuore del centro storico che si aggrappa alle spalle di piazza Pugliano. Lei si chiama Antonella Ma-donna. E’ la moglie di Natale Dantese, il boss di via Canalone legato a doppio filo al clan Ascione-Papale, la cosca con base anche a Torre del Greco. Da oltre un anno il capoclan sponsorizzato dai Suarino, la famiglia “benedetta” che per l’Antimafia avrebbe finanziato il clan dei “Bottone”, è dietro le sbarre. A comandare il clan specializzato in estorsioni e spaccio c’è lei, il boss in gonnella. La moglie di Dantese impartisce ordini agli affiliati e tiene la cassa del racket. Ma il suo regno da signora della camorra dura poco. Tutta colpa di una scappatella, una relazione extraconiugale con un marittimo che le costa prima un pestaggio tra le coperte di un albergo e poi l’etichetta di traditrice-ingrata agli occhi del clan. Lady camorra resta sola, viene mandata via di casa e finisce sulla lista nera dei sicari al soldo del clan. I suoi movimenti vengono seguiti passo passo e in lei nasce la voglia di cambiare vita. Inizia a pensare di collaborare con lo Stato, di passare dalla parte dei buoni per riavere quello che la camorra le aveva tolto. Ad ascoltarla, al telefono, c’è un carabiniere che prova a convincerla a riprendersi la sua vita, mentre la moglie ripudiata gli racconta il suo inferno. Antonella Madonna è preoccupata perché teme di essere uccisa da un momento all’altro e ha paura per le sue figlie. Secondo il racconto di lady camorra, i familiari del marito – in quel periodo – le impediscono di vedere la sua bambina. «Hanno detto non te la vogliamo dare – racconta la donna al militare in una telefonata del 5 settembre 2012 – vai dalle guardie». Ma la vera paura di quella donna di ferro che combatte da sola contro il suo passato è un’altra. Attraverso alcune persone ritenute legate al clan all’orecchio della moglie del boss arriva una “imbosciata” inquietante. «Mi ha detto la devono quagliare sia Antonella che un’altra amica mia. La devono quagliare mi hanno detto, questo è l’imbasciata che mi hanno mandato». Parole alle quali risponde incredulo il carabiniere: «Cosa significa? Che ti vogliono ammazzare?». «Eh la devono “quagliare” però», risponde lady camorra. «Cioè che ti devono far proprio scomparire?» chiede il militare. «Eh, giusto», conclude la moglie del boss. Il capoclan in gonnella lo sa che gli Ascione-Papale sono esperti della “materia”. La storia narra che c’è chi sarebbe scomparso per molto meno. Come Giuseppe Di Dato, l’uomo affetto da disturbi psichici sparito nel nulla nel 2008 che sarebbe stato vittima di una “lupara bianca” organizzata – secondo il pentito Ciro Gaudino – proprio dal gruppo di Natale Dantese. Una sorte che avrebbe rischiato di colpire anche l’ex signora del Canalone, la super pentita su cui il clan mise una taglia da 50mila euro.
CRONACA
24 agosto 2016
Torre del Greco-Ercolano. La vendetta contro la pentita : “Sia quagliata in un pilastro”