Vinicio Capossela apre il tour “Polvere” dalla Cavea dell’Auditorium parco della musica di Roma vestito da lupo cantando “La bestia del grano”, pezzo contenuto nel suo ultimo album “Canzoni della Cupa”. Sul palco una scenografia fatta di spighe, pezzi di luminarie, residui di feste paesane, crani di vacca. “Tutto quello che é legato al grano ha a che fare con la fertilità, con un rapporto diretto con la terra, per questo siamo guarniti di paglia, di grano, per celebrare l’abbondanza e la fertilità”, ha detto Vinicio incontrando i giornalisti dopo l’esibizione con il cappello di paglia di scena ancora in testa. “La polvere é proprio l’anarchia espressa perché é già la disgregazione di ciò che é precostituito – ha aggiunto – polvere da sparo, alzare la polvere. Noi chiamaremo il nostro Sponzfest ‘Chi tiene polvere spara’ non per invitare a sparare, é un detto popolare che significa ‘chi ha qualcosa da dire lo dica, o chi ha da ballare balli”. Il concerto é proseguito con il bellissimo canto di lavoro “Femmine” e una serie di soggetti femminili, da “Dagarola del Carpato”, “Franceschina” a “L’acqua chiara alla fontana”, fino ad arrivare a “Componidori” e a una serie di pezzi più notturni “Scorza di mulo” e “La notte di San Giovanni”, poi i pezzi di Matteo Salvatore “Lu furastiero” fino ad arrivare a “Nachecici”, “Pettarossa” la “puttanazza” e poi come sempre tutto quello che é legato alla comunità finisce con lo “Sposalizio di Maloservizio”. “La storia (dello sposalizio, ndr) é molto divertente – spiega il cantautore nato ad Hannover nel 1965 mentre si aggiusta la lunga barba – é episodio davvero successo a Calitri: gli attaccano un filo dalla porta di casa al cancello del camposanto, a me ha ricordato il filo delle parche degli antichi greci e romani, il filo della vita”. Da qui in avanti una serie di “accappati” (alias “imbucati”) al matrimonio, ovvero vecchi pezzi del grande cantautore di origini irpine “Maraja”, “Che coss’é l’amor”, “Pena de l’alma”, “Uomo vivo (Inno alla gioia)”, “Il ballo di San Vito”. Poi il pezzo “Il treno”, che chiude il contenuto suo nuovo album, che – denuncia Vinicio – é un modo di lasciare un posto, questo treno però non esiste più, ma oggi si stanno muovendo intere parti della terra: “Il grande evento a cui stiamo assistendo non é la guerra della Siria é questa migrazione storica, biblica a cui stiamo assistendo più o meno distrattamente. Non dobbiamo pensare solo alla gente che arriva, ma a cosa lascia”. Gran finale, ormai con tutto il pubblico in piedi e sotto il palco a ballare, con “La golondrina” e “Ovunque proteggi” con dedica della serata a Bud Spencer. “Sono in stile calcistico stasera, mi sento come Conte dopo la partita – ha detto Vinicio scherzando con i giornalisti – eravamo 11 in campo di grano mal rasato. Volevamo andare ai supplementari che é la nostra specialità”. Sul palco con lui Glauco Zuppiroli (contrabbasso, guitarron), Mirco Mariani (mellotron, batteria, cymbalon), Alessandro “Asso” Stefana (ieri assente), Victor Herrero (chitarra battente, chitarra classica, chitarra elettrica, vihuela), Agostino Cortese “Ago trans” (cupa cupa, grancassa), Antonio Vizzuso (cupa cupa, tamburi), Enza Pagliara (voci e tamburi), Giovannangelo de Gennaro (voci, Biella, aulofoni, tamburi), Sergio Palencia e Angelo Mancini i “Mariachi Mezcal” (trombe). Il tour “Polvere” prosegue a Milano (29 giugno), Marostica (Vicenza, 11 luglio), Lucca (13 luglio), Villafranca (Verona, 15 luglio), Asti il 16, Brescia il 19, a Collegno (To) il 20, Sogliano al Rubicone (Forlì-Cesena) il 24, Cagliari il 29. Ad agosto invece tappa il 5 a Bolgheri (Livorno), a Civitanova Marche il 6, a Pescara il 9, a San Pancrazio (Brindisi) il 13, a Soverato il 18, il 20 a Palermo, il 21 a Taormina, il 29 ad Empoli. Il 3 settembre a Reggio Emilia, il 4 a Treviso. Appuntamento inoltre allo Sponzfest dal 22 al 28 agosto in Alta Irpinia.
SPETTACOLO
29 giugno 2016
Il tour di Vinicio Capossela “Polvere è anarchia”: tutte le date