Si è spento ieri sera, all’età di 86 anni, Bud Spencer: l’attore era stato ricoverato all’ospedale Gemelli di Roma. Tutti lo conoscevano e l’hanno amato per i film in cui era protagonista insieme a Terence Hill: gli spaghetti western degli anni Settanta. Carlo Pedersoli, questo il suo vero nome, era nato a Napoli il 31 ottobre 1929, nel quartiere Santa Lucia, nello stesso palazzo di Luciano De Crescenzo. L’approdo al cinema arriva quasi per caso, dopo aver lasciato il nuoto: è stato il primo italiano a scendere sotto il minuto nei 100 metri in stile libero ed è stato più volte campione italiano di nuoto a stile libero e in staffetta, partecipando anche alle Olimpiadi di Helsinki e Melbourne. Il suo fisico massiccio e imponente di nuotatore e rugbista (giocava in seconda linea), infatti, viene notato dall’ambiente cinematografico. Il suo esordio sul grande schermo è quasi casuale, avviene nel 1951 nella grande produzione hollywoodiana ‘Quo vadis?’, nel quale impersonava una guardia dell’impero romano. In seguito continuerà occasionalmente a recitare in piccole parti, la più nota delle quali è quella nel film di Mario Monicelli ‘Un eroe dei nostri tempi’, che lo vede contrapposto ad Alberto Sordi nei panni di Nando, fidanzato manesco e massiccio della giovane Marcella. Anche se il grande pubblico lo ha conosciuto soprattutto per i suoi ruoli cinematografici, Bud Spencer ha avuto molti interessi nella sua vita, coltivandoli prima e dopo l’arrivo della celebrità del grande schermo. Alla fine degli anni Cinquanta, decide di dare una svolta alla vita e lascia la carriera da nuotatore per andare a vivere in Sud America. Per un periodo lavora come dipendente di un’impresa statunitense impegnata nella costruzione di una lunga strada di collegamento tra Panamá e Buenos Aires. “Ero stanco della vita ai Parioli”, disse in seguito motivando la scelta di vivere lontano da Roma. Quella vita così dura, gli ha permesso di ritrovare se stesso “nei limiti e nelle potenzialità”, aveva poi detto. Negli anni in America Latina lavora per l’Alfa Romeo di Caracas e disputa come pilota la Caracas-Maracaibo. Quando torna a Roma negli anni ’60, incontra e poi sposa Maria Amato, che aveva già conosciuto 15 anni prima. Il padre della moglie è il noto proprietario di sale cinematografiche, nonché produttore cinematografico, Giuseppe Amato (detto Peppino). Carlo però non sembra interessato al grande schermo; ma è più incline alla musica: firma un contratto con l’etichetta musicale Rca, e scrive i testi per noti cantanti italiani, come Ornella Vanoni e Nico Fidenco e anche qualche colonna sonora. La notorietà del grande pubblico arriva Con ‘Dio perdona…io no’ del 1967 di Giuseppe Colizzi che dà inizio alla serie degli spaghetti western accanto a Mario Girotti, il futuro inseparabile compagno, meglio noto come Terence Hill. E’ la prima pellicola della coppia che diventa nel tempo inossidabile per questo genere di produzioni. Sia a Carlo Pedersoli, sia a Mario Girotti viene consigliato di cambiare nome perché entrambi avevano un suono troppo italiano. Carlo sceglie il suo nome d’arte, Bud Spencer, pensando all’attore Spencer Tracy e giocando con ironia sul nome della birra Budweiser, in Italia commercializzata come Bud. Mario invece sceglie il suo tra una ventina di nomi inventati. Nel 1970 i due girano lo spaghetti western ‘Lo chiamavano Trinità’ per la regia di Enzo Barboni, alias E.B. Clucher, e diventa un cult. Il successo e il riconoscimento per la coppia un po’ ‘manesca’ arriva anche dall’estero: in Germania in particolare, il film ha riscosso un grandissimo successo. L’anno seguente arriva la consacrazione definitiva con il sequel del film ‘…Continuavano a chiamarlo Trinità’. Bud Spencer e Terence Hill girano insieme 18 film. ‘…Più forte ragazzi’, ‘Altrimenti ci arrabbiamo’, ‘Porgi l’altra guancia’ si piazzano immancabilmente ai primi posti dei film più visti nelle sale cinematografiche italiane. Sei anni dopo il successo dei due ‘Trinità’, i due tornano ad essere diretti da E.B. Clucher in ‘I due superpiedi quasi piatti’ (1977), riscuotendo ancora una volta un buon successo di pubblico. Poi ci sono ‘Pari e dispari’ (1978) e Io sto con gli ippopotami’ (1979). Il personaggio di Bud segue un modello che riprende anche da solo in altre pellicole. Un nerboruto manesco e forte ma dal cuore tenero. Nel 1973 inizia la saga di ‘Piedone lo sbirro’, nata da una sua stessa idea e che lo vede protagonista assoluto (senza quindi la compagnia dell’amico Terence) per la regia di Steno, (Stefano Vanzina), re della commedia all’italiana. Oltre alla serie western all’italiana, Bud sperimenta altri generi come il thriller. Diretto da Dario Argento recita in ‘4 mosche di velluto grigio’ o il dramma di denuncia civile con ‘Torino nera’ di Carlo Lizzani. Il successo però è meno dirompente rispetto ai film in cui fa coppia con Terence Hill. Il pubblico ha amato i suoi film e ha amato il suo personaggio che, dietro alla facciata burbera e alla corporatura massiccia, riportava l’ordine e faceva valere la giustizia a suon di schiaffoni e pugni.
spettacolo
28 giugno 2016
MORTE BUD SPENCER. La vita e la carriera: era nato nello stesso palazzo di un altro grande personaggio