Nessuna paura: anche dopo Brexit Londra restera’ tra le citta’ piu’ visitate al mondo (oggi e’ la seconda dopo Hong Kong) con ben 17,4 milioni di visitatori nel 2014. Idem per il richiestissimo Regno Unito, dove nel 2016 erano attesi 34 milioni di turisti in viaggio oltre che per motivi di piacere anche di business e di studio. E anche se il clima di incertezza potrebbe duramente colpire il brand della destinazione e il desiderio dei consumatori di viaggiare nel breve-medio termine (i mercati piu’ colpiti saranno Irlanda, Germania e Spagna e Usa), dall’altra parte la svalutazione della sterlina contribuirebbe a rendere piu’ economico e quindi piu’ appetibile un viaggio nel Regno Unito. “Dati gli stretti legami tra il turismo e il Pil tra i mercati di destinazione e di origine, l’impatto sugli arrivi nel Regno Unito in uno scenario di Brexit indicano un potenziale calo della domanda di oltre 2,3 milioni di visitatori per mercati chiave solo fino al 2020, pari a un calo di oltre il 5% degli arrivi totali, in base all’ipotizzato declino del Pil nei mercati di origine” spiega Caroline Bremner, capo della sezione Travel di Euromonitor International. Ma guardando alle indicazioni pratiche per chi sta per partire non ci si deve preoccupare troppo, visto che le leggi attualmente in vigore restano valide fino all’uscita definitiva del Paese (che in base al trattato di Lisbona potra’ avvenire nell’arco di un biennio). Innanzi tutto i DOCUMENTI: come succede adesso basta avere la carta d’identita’ valida per l’espatrio. Nel futuro potrebbe servire il passaporto, piu’ improbabile che sia necessario il visto. Per la SANITA’ per ora basta il tesserino sanitario italiano che e’ valido in tutta Europa, piu’ in la’ si decidera’. Per quanto riguarda la STERLINA ci saranno forse dei benefici vista la svalutazione e la “cara” Londra diventera’ forse un po’ piu’ economica, almeno per il momento. Allo stesso modo la sterlina meno forte frenera’ i flussi in uscita dal Paese. Tutti gli altri servizi potrebbero avere dei rialzi di costo ma non nell’immediato: dal ROAMING alle ASSICURAZIONI. Il vero problema probabilmente saranno i VOLI LOW COST, settore nel quale molte regole andranno rinegoziate. Gia’ nei mesi scorsi le principali compagnie si era dette preoccupate. In particolare easyJet aveva parlato di “misure piu’ restrittive per l’aviazione e aumento delle tariffe” mentre Ryanair aveva addirittura messo sul muso dei suoi aerei il messaggio anti Brexit: ‘Vote Remain in Europe’. Intanto i centralini di molte agenzie di viaggio sia nel Regno Unito che in tutta Europa sono roventi per le telefonate dei turisti allarmati che vogliono avere piu’ informazioni ma oggi e’ solo il Day After e bisognera’ attendere un po’ di tempo per superare lo choc e vederci chiaro.
CRONACA
25 giugno 2016
Brexit: andare a Londra sarà più conveniente