Il secondo posto vale il futuro quasi quanto lo scudetto perché conclude nel modo migliore la cavalcata della squadra. E la premia con una quarantina di milioni. Abbastanza per impostare un discorso nuovo. Porre le bassi ad un Napoli che può essere grande anche nei confini di un calcio ancora piccolo piccolo qual è il campionato italiano.
Programmare il nuovo Napoli è facile, se si parte da pochi elementi.
1) Il Napoli per struttura tecnica e societaria è in ritardo sulla Juve che ha già un fatturato rilevante, una panchina di lusso, ottimi giovani in giro.
2) Il Napoli fattura la metà della Juve (circa 350 milioni contro 170) e non ha altri soci o fonti per investire.
3) De Laurentiis ha i conti in ordine, ed è un grande merito il suo; ma non è disposto a investimenti cospicui o rischiosi, non apre a soci, ed è suo diritto decidere.
Quindi?
Il Napoli ha poche ma buone soluzioni.
Non può rincorrere le Juve, troppo più avanti per una potenza societaria che, forse a sua insaputa, intimidisce anche gli arbitri, arbitri che nel dubbio sbagliano troppo spesso sulla pelle dei più deboli. Quante decisioni favorevoli hanno sospinto in alto la Juve? E quante sfavorevoli buttano giù il Frosinone di un civilissimo bravo Stellone? Il Napoli deve quindi fare la corsa su se stesso migliorando, con saggezza e competenza, la sua struttura tecnica. Può contare su un allenatore capace ed ambizioso come sul direttore sportivo. Cristiano Giuntoli conosce il mercato, ha l’intelligenza tecnica che mancava al club, è auspicabile che trovi le parole per convincere De Laurentiis sulle strategie, più difficile eludere le barriere finanziare del leggendario Chiavelli.
Migliorare se stesso vuol dire anche elaborare un piano con l’allenatore. Il ritardo della firma è probabilmente utile. Meglio discutere con calma. Non credo sia questione di soldi, o solo di soldi. Bisogna capire se Sarri riuscirà a collaborare nello sviluppo tecnico del Napoli, garantendo un più fluido ricambio di temi tattici e uomini in formazione. Occorrono più schemi e più giocatori da impiegare.
Solo elogi a Sarri, nessuno poteva fare meglio e di più. Ma rivedendo la partita di Roma è rimasto in balia dell’effetto Totti. Non si è capito se il Napoli nel finale stesse accelerando per vincere o attrezzandosi per difendere il pareggio così prezioso fino a mezzanotte. Tollerare Hamsik oltre ogni limite è stato il segnale di un fatale equivoco.
L’ultima delle soluzioni è legata a De Laurentiis. Sta nel calcio da troppo tempo per non conoscerlo. I risultati sono stati finora importanti. Un rapporto più franco con i tifosi, una vigilanza rigorosa nelle esternazioni, una maggiore autorevolezza nei rapporti con Federcalcio, Lega ed altri club possono favorire la conduzione del prossimo ciclo.
E’ questo il pensiero di Antonio Corbo sul sito de La Repubblica.