Ci sono iniziative simili che altri birrifici hanno fatto, più per provocazione che per produrre birra di qualità, anche se poi è stata commercializzata, trainata dalla curiosità”, spiegano da Fermento Birra, network specializzato sulla birra di qualità, “ad esempio il birrificio americano Rogue ha prodotto la ‘Beard beer’, fatta con i lieviti della barba del birraio e commercializzata anche in Italia. I lieviti crescono sul corpo di ognuno, teoricamente farci la birra è possibile. Un altro esempio è la birra ‘Big Ass Money Stout’ prodotta dal birrificio norvegese Lervig e dal birrificio americano Evil twin, che usa in fermentazione banconote e una pizza surgelata”. “Negli ultimi tempi – spiegano ancora da Fermento Birra -, complice il recente boom della birra artigianale, ci sono state provocazioni che rischiano anche di superare il limite. Io personalmente non mi sognerei mai di comprare una birra vaginale, non è un prodotto che colpisce tanto gli appassionati che conoscono i processi di produzione, quanto magari il pubblico, anche se c’è il rischio non da poco che possa essere valutata come una trovata di cattivo gusto”.
CRONACA
30 marzo 2016
Arriva la birra vaginale: una trovata “provocante”