Una strage silenziosa. Senza bombe né pistole, dalla quale è impossibile difendersi e sfuggire. E’ la strage dell’amianto, la fibra letale che entra nei polmoni e devasta l’apparato respiratorio, rendendo la vita sempre più difficile. Prima di arrivare alla morte. Sono 1237 i casi di mesotelioma accertati in Campania, secondo la stima dell’ONA (Osservatorio Nazionale Amianto) che ieri pomeriggio ha inaugurato il primo sportello in Campania, precisamente a Napoli, in Riviera di Chiaia. Una strage che non arresta a fermarsi, anzi il trend sembra addirittura in aumento. In Campania, poi, c’è una vera e propria emergenza: ci sono più di quattro milioni di tonnelate di materiali contenenti amianto da rimuovere. I siti più a rischio e da dove provengono la maggior parte delle persone che hanno contratto la malattia, secondo gli elementi raccolti dalla Guardia Nazionale Amianto, sono: Eternit e Italsider di Bagnoli, Sacelit di Volla, ex Sofer di Pozzuoli, la Firema di Caserta, l’ex Iscochimica di Avellino, ma soprattutto la Tecnotubi di Torre Annunziata, l’Avis e la Fincantieri di Castellammare di Stabia. Tracciando un’ipotetica linea tra queste ultime tre realtà, si forma una sorta di triangolo della morte, con centinaia di persone contagiate e quell’incubo di materiale interrato nel sottosuolo che somiglia molto da vicino ad una bomba ecologica delle proporzioni della Terra dei Fuochi.
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