Viaggiava a bordo della sua auto con una pistola nel cruscotto, il colpo in canna e due caricatori con 12 proiettili calibro 45 “incamiciati”. Giovanni Battista Grimaldi Lambiase,52enne ritenuto vicino al clan Cesarano, fu fermato e arrestato dai carabinieri e per la detenzione di quell’arma incassò una condanna in abbreviato a 4 anni e 8 mesi, poi confermata in Appello. Il suo caso però è finito davanti alla Corte di Cassazione che – accogliendo il ricorso presentato dall’avvocato Francesco Schettino – ha annullato con rinvio la sentenza. Eh sì, perché i giudici d’Appello dovranno ricalcolare la pena considerando che per le Sezioni Unite «non v’è concorso di reati quando l’arma illegalmente detenuta o portata in luogo pubblico, sia anche clandestina». In sostanza, Lambiase potrebbe ottenere un sostanzioso sconto ma soprattutto la sentenza della Cassazione potrebbe avere ripercussioni sulla scadenza dei termini di custodia cautelare, con la possibilità che il pregiudicato possa essere scarcerato a stretto giro.L’arrestoE’ il 24 novembre 2016, quando i carabinieri arrestano Giovanni Battista Grimaldi Lambiase. Il pregiudicato del rione Cmi, meglio conosciuto come ‘o vichingo, è a bordo della sua auto quando transita per il viale Europa a Castellammare. I militari gli intimano l’alt e dopo gli accertamenti di rito cominciano a perquisire la sua Fiat Punto. Dal cruscotto spunta una pistola da guerra, la Ithaca Gun, di fabbricazione americana, con matricola abrasa, colpo in canna e 2 caricatori con 12 proiettili calibro 45 “incamiciati”. Insomma, pallottole che hanno una precisione e una capacità di perforazione ancor più elevate. Tant’è vero che sono proprio questi proiettili a far giungere alla definizione di arma da guerra. Lambiase viene arrestato con l’accusa di detenzione e porto abusivo di arma da fuoco clandestina e ricettazione.Gli investigatori cominciano a indagare anche sul perché il pregiudicato del rione Cmi andasse in giro con una pistola con il colpo in canna, temendo che nei suoi piani ci fossela volontà di metterea segno un agguato. D’altronde, Lambiase non era nuovo a questo tipo di reati. Già durante una perquisizione nel 2008, ‘o vichingo fu trovato in possesso di 13 proiettili che custodiva nel comodino accanto al suo letto. Ma dalle indagini non è mai emerso il perché quella sera del 24 novembre 2016, il pregiudicato del rione Cmi andasse in giro armato per le strade di Castellammare.La condannaLambiase – difeso dall’avvocato Francesco Schettino – scelse la formula dell’abbreviato in primo grado e incassò una condanna a 4 anni e 8 mesi, poi confermata in Appello. A distanza di quasi due anni da quell’arresto, però, la Cassazione ha annullato la sentenza, rinviandola nuovamente ai giudici della Corte d’Appello che ora saranno chiamati a ricalcolare la pena, considerando che non si può sommare l’aggravante dell’arma clandestina (matricola abrasa) alla detenzione e al porto abusivo. I tempi lunghi di un’eventuale processo, nel frattempo, potrebbero vedere scadere anche i termini di custodia cautelare, con la possibilità che Lambiase possa essere scarcerato.
Castellammare, CRONACA
19 luglio 2018
Castellammare: affiliato e armato, condanna annullata