Torre del Greco. In attesa di definire la strategia relativa alla nomina dell’ingegnere Vincenzo Sannino come assessore ai lavori pubblici – l’ex dirigente comunale è indagato in un’inchiesta aperta dalla procura di Torre Annunziata – prende forma la giunta targata Giovanni Palomba.
La questione delle quote rosa – il vero rebus dell’esecutivo – sembra essere stata, in parte, superata: archiviate le sfuriate di Filippo Colantonio – l’ex esponente di Forza Italia saltato sulla carovana del buongoverno alla vigilia del voto – i rappresentanti di Ci vuole coraggio hanno ripiegato sulla commercialista Annarita Ottaviano, sponsorizzata da Luisa Liguoro e Gaetano Frulio come nome femminile da affiancare all’indicazione di Gennaro Granato. Sempre sul fronte rosa, gli esponenti di Dai – la lista civica inizialmente pronta a puntare su Gerardo Guida, ex delfino dell’onorevole Nello Formisano – avrebbero virato sull’avvocato Anna Pizzo, sempre gravitante in passato nell’orbita dell’ex senatore.
Insomma, dopo il super-poliziotto Pietro De Rosa – secondo i maligni «suggerito» a Giovanni Palomba proprio da ambienti vicini a Nello Formisano – un secondo nome non direttamente collegato alla coalizione di civiche. A completare il tris di donne, l’avvocato Luisa Refuto, la candidata-flop della superlista «Il cittadino» indicata da Luigi Caldarola e Iolanda Mennella.
All’appello, secondo la linea del «poker-rosa» promossa dal sindaco, mancherebbe la scelta di Insieme per la città. Non casualmente, perché Alfonso Ascione non avrebbe rinunciato all’idea di occupare una poltrona all’interno dell’esecutivo di palazzo Baronale.
Una volta sciolto il rebus delle quote rosa, tuttavia, resterebbe irrisolto il nodo del vicesindaco. «Politicamente, viste le tre posizioni riconosciute a Il Cittadino, spetterebbe a Ci vuole coraggio», sostengono i rappresentanti della seconda lista della coalizione per numero di voti. Ma l’ipotesi di Gennaro Granato con braccio destro di Giovanni Palomba non sarebbe gradita a tutta la maggioranza. Così come la scelta del primo cittadino di puntare ugualmente sul nome di Vincenzo Sannino, con buona pace delle indagini in corso al palazzo di giustizia di via Nazionale. «Non sarebbe un segnale positivo, gli elettori vedrebbero applicato lo stesso metodo utilizzato in passato da Ciro Borriello», la riflessione di qualche alleato. Ma la campagna elettorale è conclusa, gli spot già sono alle spalle.