Torre del Greco. Il day after lo scoppio dell’ennesima bufera politico-giudiziaria all’ombra del Vesuvio, l’amministrazione comunale guidata da Giovanni Palomba deve fare i conti con l’inattesa tegola sulla composizione della giunta: la scoperta delle indagini in corso sull’ingegnere Vincenzo Sannino – l’ex funzionario in predicato di essere nominato assessore ai lavori pubblici – dovrà, infatti, portare alla individuazione di nuove soluzioni per fare quadrare il cerchio della coalizione. Con un esponente di maggioranza indagato per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa delle operazioni di voto – l’ex golden boy di Forza Italia, Stefano Abilitato – lo storico figlioccio della Dc non si può permettere il «lusso» di varare un esecutivo già macchiato da un’inchiesta per corruzione e abuso d’ufficio.
La prima soluzione
L’orientamento di Giovanni Palomba sarebbe ufficializzare una giunta «zoppa» in attesa degli sviluppi giudiziari: un tecnico d’esperienza servirebbe come il pane alla carovana del buongoverno uscita vincitrice dal ballottaggio con il centrodestra di Luigi Mele e il primo cittadino sarebbe intenzionato a mantenere libera la poltrona «riservata» all’ingegnere di area Pd in attesa degli sviluppi giudiziari. Ma l’inchiesta in cui è coinvolto – insieme all’ex sindaco Ciro Borriello, ai vertici della ditta Fratelli Balsamo e a tre dirigenti comunali – Vincenzo Sannino potrebbe andare per le lunghe. Insomma, il tempo gioca contro Giovanni Palomba & co. già in evidente difficoltà con la scelta delle quote rosa. E partire con una giunta incompleta sarebbe l’esatta continuità del modello-Borriello fino a oggi avversato dal mobiliere di via monsignore Felice Romano.
Il ribaltone targato Pd
Ma la tegola dell’inchiesta potrebbe aprire nuovi scenari all’interno della civica «Il cittadino», la prima lista della coalizione a trovare l’intesa con le proposte di Vincenzo Sannino e Luisa Refuto – avvocato di Torre Annunziata sponsorizzata da Luigi Caldarola – e l’ipotesi di Felice Gaglione come presidente del consiglio comunale. La cancellazione del nome dell’ingegnere esperto in lavori pubblici, infatti, potrebbe portare a un ribaltone d’area Pd: il politico-ultrà Pasquale Brancaccio potrebbe tornare alla carica per il ruolo di capo dell’assise – già ricoperto durante il passato mandato – e lasciare alla coppia formata da Felice Gaglione e Iolanda Mennella l’onore-onere di indicare il proprio assessore in giunta. Inevitabilmente, tornerebbero a salire le quotazioni di Salvatore Romano, l’ex capogruppo del Pd in «credito» di voti con l’ex delfino di Donato Capone oggi diventato riferimento del consigliere regionale Loredana Raia. Un nuovo gioco a incastri, quando il rebus-giunta sembrava – complice la disponibilità di Alfonso Ascione a indicare anche un nome femminile e l’accordo raggiunto in Ci vuole coraggio su Gennaro Granato – praticamente risolto.