Dal prossimo settembre un numero record di scuole italiane si troverà senza preside. Sono già 1.700 i presidi reggenti di uno o più istituti, «tutto a detrimento della qualità della gestione delle singole scuole, la cui organizzazione diviene tutti i giorni più complessa», ha sottolineato in questi giorni il titolare del Miur, il ministro Marco Bussetti; quest’anno altri 300 dirigenti scolastici hanno chiesto di andare in pensione.I 36mila in attesaLa reggenza avviene quando un unico preside deve dirigere due o più scuole contemporaneamente; ne consegue un notevole risparmio per lo Stato: se un preside titolare costa circa seimila euro lordi, una reggenza ne costa circa 800 lordi. La situazione è peggiorata dalla mancanza di concorsi per selezionare i nuovi presidi: l’ultimo è stato nel 2011. Ma tra otto giorni esatti, il 23 luglio, partirà la prova preselettiva nazionale, primo atto che entro un anno dovrebbe decidere quali degli oltre 36 mila partecipanti meritano di passare dalla docenza alla dirigenza scolastica. «Il nuovo concorso sui dirigenti scolastici, oltre ad essere un’occasione di sviluppo di carriera per i docenti interessati a svolgere un nuovo ruolo, permetterà di riportare alla normalità i carichi di lavoro di quelli già in servizio», ha sottolineato in questi giorni il ministro Bussetti, che in una intervista, ieri, a “La tecnica della scuola” ha assicurato che il governo punta a ridurre il fenomeno delle reggenze, «fino alla loro definitiva eliminazione. La reggenza è una soluzione tampone, non può essere la regola. Seguiranno nei prossimi anni altre selezioni. Se la modalità dei quesiti a risposta multipla non verrà ritenuta opportuna o efficace – ha detto inoltre il ministro a proposito del concorso che sta per partire – interverremo per correggerla. I nostri istituti hanno bisogno di dirigenti scolastici preparati e motivati. Questo concorso, atteso da tempo dal mondo della scuola, è una prima importante risposta alle esigenze del nostro sistema di istruzione».Le proposteVisto che i tempi per la conclusione del concorso saranno come è probabile non rapidissimi, il sindacato Anief suggerisce al governo di riaprire, col decreto Dignità, presto all’esame delle Camere per essere convertito in legge, il corso riservato ai ricorrenti della selezione 2011: centinaia di docenti esclusi da una norma della legge 107/2015 sulla Buona scuola che, nel prevedere la procedura riservata per il reclutamento, vi ha ammesso i ricorrenti del concorso 2004 o quelli del 2011 solo se destinatari di un provvedimento di primo grado favorevole.Boom di candidati L’Anief chiede, invece, di estendere l’accesso al concorso riservato a tutti i ricorrenti. Per Marcello Pacifico, leader di Anief, questa operazione «darebbe giustizia a tanti candidati presidi rimasti fuori senza motivo e scongiurerebbe anche il rischio di lasciare allo sbando migliaia di scuole, che si ritroverebbero con un preside costretto a dividersi tra più istituti autonomi e un alto numero di plessi distanti anche decine e decine di chilometri uno dall’altro».
CRONACA
16 luglio 2018
Boom di scuole senza presidi I 36mila in attesa di un posto