Torre del Greco. Tutti insieme appassionatamente. Senza distinzioni di colori e bandiere. è la «grande ammucchiata» sancita al termine dell’incontro organizzato all’interno della sede del Pd di via Circumvallazione. Dove sono confluite le delegazioni degli schieramenti di centrosinistra – a oggi sospesi tra l’attesa dell’indicazione dei democrat e le velleità del «padre nobile» Nello Formisano – e i rappresentanti delle liste civiche a sostegno della candidatura di Giovanni Palomba. Dagli estremisti di Leu al Psi, passando per l’Identità Meridionale di Giuseppe Alviti – a Pompei in campo con il Movimento Idea Sociale di estrema destra – e gli arancioni di DeMa non manca proprio nessuno sul maxi-carrozzone messo in piedi dai democrat in evidente crisi politica e decisionale. Al termine di un incontro in cui non sono mancati momenti di acceso confronto, i rappresentanti delle 18 liste – in larga parte contenitori vuoti, calati sul tavolo per «impressionare» i potenziali alleati – si sono riconosciuti come componenti «a pari titolo» di un’unica alleanza. Una coalizione unita dagli «stessi valori di discontinuità con il modello e le metodiche della passata amministrazione comunale – si legge all’interno del documento sottoscritto dai partecipanti alla «grande ammucchiata» di centrosinistra e liste civiche – e dall’unico obiettivo di costruire una squadra di governo cittadino in grado di rilanciare Torre del Greco». Un obiettivo, in verità, inseguito già a partire dal 7 agosto del 2017 – il giorno in cui venne arrestato il sindaco-dimissionario Ciro Borriello – e rimasto solo in cima al novero delle «buone intenzioni» del centrosinistra. Fino a oggi capace di fallire, in pratica, un gol a porta vuota.
L’evoluzione della coalizione
Perché rispetto al 7 agosto, tutto è cambiato – come dimostra l’accordo per il maxi-carrozzone – all’interno dello schieramento. Il democristiano doc Giovanni Palomba – inizialmente pronto a sposare un progetto a guida Pd – si è costruito un super-gruppo in larga parte formato dagli scontenti della passata amministrazione comunale. A partire dall’ex capo dell’assise Pasquale Brancaccio per finire a mister 1.200 preferenze Felice Gaglione – passando per i vari Ciro Guida, Carmine Gentile e Ciro Piccirillo – i sostenitori della candidatura a sindaco di Giovanni Palomba provengono in larga parte dai banchi della passata maggioranza. Senza dimenticare il bipartisan Alfonso Ascione e Gennaro Granato, storico braccio destro dell’ex sottosegretario Gioacchino Alfano. Insomma, non propriamente l’emblema della discontinuità rispetto al passato. La stoccata dell’ex senatore Eppure, l’ex senatore Nello Formisano ha salutato con soddisfazione la firma dell’accordo di coalizione: «è passato il messaggio che abbiamo lanciato per primi – osserva il «padre nobile» della coalizione -. Ovvero la necessità di costruire un’alternativa al cosiddetto “sistema-Borriello”: l’accordo sottoscritto all’interno della sede del Pd rappresenta un importante successo politico, perché al termine di un lungo lavoro siamo riusciti a ricompattare il centrosinistra». Come a dire: abbiamo sancito l’accordo sulla base del «no» ai transfughi della passata amministrazione comunale, ora toccherà al Pd e a Giovanni Palomba risolvere il problema degli «incandidabili» in uno schieramento messo in piedi sul presupposto del taglio netto con il passato.
Tutti i dubbi del Pd
Una nuova tegola per il segretario cittadino Massimo Meo, la cui strategia sembra chiara: tirare avanti la discussione fino alla settimana precedente la presentazione delle liste nella speranza di tirare fuori il classico «coniglio» dal cilindro in grado di mettere tutti d’accordo. Non a caso il successore di Antonio Cutolo si è presentato al tavolo degli alleati con due nomi, nessuno gradito a tutte le correnti del Pd: l’ex vicesindaco Lorenzo Porzio e Luigi Mennella. Due nomi per tenere accesa la discussione con Giovanni Palomba e Nello Formisano, in attesa dell’eventuale colpo a sorpresa.