Dodici persone sono state arrestate dai carabinieri del comando provinciale di Milano nell’ambito di un’indagine che le vede coinvolte, a vario titolo, per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti, rapina, riciclaggio, ricettazione, detenzione, porto in luogo pubblico di arma comune da sparo e violenza a pubblico ufficiale. I militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Pavia nelle province di Milano, Novara e Pavia. In manette un ungherese, 7 albanesi e 4 italiani. Uno di loro e’ stato catturato poche ore prima di sposarsi nel Milanese. Preso anche un presunto complice albanese che gli avrebbe dovuto fare da testimone. L’indagine – condotta dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della compagnia di Abbiategrasso (Milano) e coordinata dalla procura di Pavia – e’ partita dal monitoraggio di garage e officine ad Abbiategrasso, Zibido San Giacomo, Rosate e Bornasco, utilizzati dal gruppo come basi logistiche per nascondere i mezzi rubati. Gli approfondimenti investigativi hanno consentito di attribuire alla banda il riciclaggio di 11 auto rubate che venivano smontate in pezzi destinati al mercato nero dei ricambi, 25 furti in abitazione, di cui uno tramutatosi in rapina impropria. I carabinieri hanno attribuito alla banda 25 furti, per lo piu’ di auto di grossa cilindrata che erano smontate in ogni minimo pezzo e rimontate all’estero. Gli episodi sono avvenuti in diverse province lombarde tra il 2014 e il 2015 (anno di consegna al pm del tribunale Pavia dell’informativa finale) ma il provvedimento e’ stato firmato dal gip solo nei giorni scorsi e delle iniziali 25 richieste di custodia cautelare ne sono state concesse 12. Di queste, sei sono state eseguite. In manette Dante Di Lalla, 46enne titolare di una delle officine in cui venivano cannibalizzati i veicoli e capo dell’organizzazione formata da 4 italiani e un ungherese che si occupava delle operazioni meccaniche e della ricettazione (tutti catturati). L’altra organizzazione evidenziata dalle indagini e’ quella dei 7 albanesi che rubavano le auto. I militari si sono presentati a casa di Di Lalla all’alba, alle 11 di oggi avrebbe dovuto sposarsi con la madre dei suoi quattro figli a Casorate Primo (Milano), avevano invitato un centinaio di persone. Il suo testimone di nozze sarebbe stato Zef Frisku, 29enne albanese a capo dell’organizzazione di ladri (tutti fuggiti dall’Italia), arrivato dall’Albania per l’occasione nascosto in una bisarca. Sapendo che sarebbe andato via subito dopo, i carabinieri hanno preferito bloccarlo prima del matrimonio per non correre il rischio di un inseguimento che avrebbe potuto essere pericoloso. Per smontare un’auto occorreva un giorno, un membro della banda con problemi di dipendenza dall’eroina sistemava tutti i componenti in modo da poterla rimontare senza alcun problema all’arrivo, in Ungheria o in altri paesi dell’Est.
CRONACA
7 aprile 2018
Sposo e testimone arrestati poche ore prima del matrimonio