Torre del Greco. Prima gli «stranieri» del centrodestra, poi i «rifugiati» del Pd. Il terzo polo di Torre del Greco chiama a raccolta i candidati per uno scranno alla Camera dei Deputati in un doppio confronto per stabilire chi sostenere il prossimo 4 marzo. Sì, perché all’ombra del Vesuvio – terra di democristiani doc – il compromesso è la regola e la politica del piede in due scarpe resta la preferita dai sopravvissuti al terremoto della locale Tangentopoli.
L’apertura alla Lega Nord
Così Giovanni Palomba, erede dell’ex sindaco Francesco Palomba e attuale leader dei Moderati, si è fatto promotore di un doppio incontro – organizzato rigorosamente all’interno del «fortino elettorale» di via Monsignor Felice Romano – con i candidati alla Camera dei Deputati nel collegio di Torre del Greco. Due incontri separati, ma rigorosamente bipartisan a conferma dell’anima Dc del «grande centro» messo in piedi all’ombra del Vesuvio. E, ironia della sorte, il primo a varcare la soglia del comitato elettorale di Giovanni Palomba è stato Gianluca Cantalamessa. Ovvero il candidato della Lega Nord contro cui proprio Giovanni Palomba si scagliò violentemente all’epoca del convegno organizzato a Napoli da Matteo Salvini a cui parteciparono l’ex sindaco Ciro Borriello e l’ex vicesindaco Romina Stilo. Era il marzo del 2017 e il politico passato da Forza Italia a Italia dei Valori fino al Nuovo Centrodestra si rese protagonista di diversi attacchi alle «giubbe verdi» di Torre del Greco, cavalcando la rabbia popolare per la partecipazione del primo cittadino alla convention di Noi con Salvini. Attacchi, evidentemente, dimenticati – complice la presenza al tavolo di Saverio Granato, erede del fedelissimo di Gioacchino Alfano – in nome del voto. D’altronde, solo gli sciocchi non cambiano idea e – in un anno – Giovanni Paloma avrà cambiato idea decine di volte a conferma della brillantezza della propria mente politica.
Il tappeto rosso al Pd
I moderati, dunque, si schiereranno con il centrodestra? Magari alle prossime elezioni comunali sì, ma alle imminenti politiche non è detto. Perché, una volta salutato lo «straniero» Gianluca Cantalamessa, i vertici locali del terzo polo hanno subito invitato allo stesso tavolo i «rifugiati politici» del Pd. Ovvero Raffaele Topo – l’ex sindaco di Villaricca sponsorizzato dal consigliere regionale Loredana Raia, fino a dicembre «corteggiata» dallo stesso Giovanni Palomba per costruire una coalizione di ferro in grado di sconfiggere la corazzata guidata da Ciro Borriello e Donato Capone – e Teresa Armato, riuscita a portare a casa una candidatura grazie ai buoni uffici con il sindaco Ciro Buonajuto di Ercolano. L’unico volto noto tra gli invitati del centrosinistra in via monsignor Felice Romano resta, dunque, Clelia Gorga: la «renzianissima» della città del corallo è stata protagonista di una lunga campagna elettorale. Ma in casa sua – come accaduto già in diverse occasioni – è stata tenuta lontano dai riflettori, puntati solo sulla coppia di «rifugiati politici» del Pd.
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