Ercolano. Non bastava l’ingombrante presenza di diversi «soldati» dei Birra, l’organizzazione camorristica in guerra con gli Ascione-Papale per il controllo delle attività criminali sul territorio. E non bastavano i disagi legati al pericolo di crolli di diversi edifici del rione. Il 2018 si apre con una nuova tegola per gli abitanti di via Cuparella, la stretta traversa di corso Resina a quattro passi dal Comune: la strada, infatti, resta senza illuminazione a causa di un guasto ai lampioni.
Una circostanza capace di fare esplodere polemiche e proteste per la nuova emergenza-sicurezza all’interno della storica roccaforte del clan. «Paghiamo anche noi le tasse, già viviamo in una zona difficile con diversi problemi e disagi: ora ci mancava solo il buio» l’appello all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Ciro Buonajuto proveniente da uno dei quartieri più «problematici» di Ercolano, dove tuttora è possibile scorgere tra le strette traverse e i vari palazzoni le ex fortezze dei boss. Decine di case diroccate, vecchi giardinetti abbandonati, murales sui muri – comprese le scritte inneggiati alla malavita organizzata – e ora l’assenza di illuminazione pubblica da circa due settimane. Il prolungato black-out sarebbe cominciato, secondo la denuncia degli abitanti della zona, intorno allo scorso 20 dicembre nei pressi del cavalcavia di via Cuparella: tre lampioni hanno smesso di funzionare, lasciando la stradina al buio.
Una situazione capace di generare malumore, ma anche paura: «Abbiamo segnalato tutto agli uffici preposti del Comune, ma non ci hanno ascoltato o almeno non sono intervenuti – sottolineano i residenti di via Cuparella -. Cosa dobbiamo aspettare per ottenere un intervento? E non parliamo neanche di un implemento della pubblica illuminazione, semplicemente del ripristino dei lampioni già esistenti. Ma come al solito senza una tragedia o un episodio clamoroso nessuno muove un dito». La preoccupazione degli abitanti del popoloso rione è comprensibile: la paura di finire vittime di violenza, furti e scippi preme sulla quotidianità di via Cuparella.
Un quartiere difficile alle prese con innumerevoli problemi, dove negli ultimi anni l’unica ancora di salvezza per i giovani del posto è stata la scuola Iovino-Scotellaro. L’istituto comprensivo con circa 150 iscritti grazie al proprio corpo docenti e alla dirigenza, quotidianamente guida gli alunni verso un percorso di studi e alla formazione. Un lavoro «complicato» di per sé, ancor di più se si considera che per molti giovanissimi a volte è più facile vedere una speranza di vita nella malavita che nello Stato.