I pazienti erano defunti, ma stando a quanto loro sostenevano erano vivi e vegeti, anche se in condizioni precarie. Quanto scoperto dai carabinieri di Eboli in seguito ad un’inchiesta della Procura di Salerno ha sconvolto l’intero staff del presidio ospedaliero ebolitano, con sette indagati tra medici e volontari della Croce Rossa. L’operazione messa in campo dai militari ha avuto inizio ben quattro anni fa ed in seguito alla conclusione indagini recapitata ieri mattina agli indagati sembra sia finalmente arrivata all’epilogo che vede sette operatori sanitari accusati di falso in atto pubblico, illecita concorrenza, minacce e violenza. Tre medici e quattro volontari della Croce Rossa infatti sostenevano con documentazioni contraffatte di aver dimesso diversi pazienti ancora in vita, anche se in condizioni precarie, quando in seguito ad una verifica eseguita dagli inquirenti è stato appurato che almeno quattro delle persone “dimesse” erano in realtà decedute da tempo. I militari sono riusciti a far luce sugli illeciti condotti al nosocomio ebolitano in seguito a diversi mesi di indagini durante i quali sono riusciti ad intercettare alcune delle telefonate tra i medici e volontari e le testimonianze dei familiari delle persone scomparse, che da tempo affermavano che qualcosa all’interno dell’ospedale ebolitano non andava. Il metodo utilizzato era semplice, mentre i sanitari infatti compilavano false dimissioni i volontari agivano da muscoli pagati, minacciando testimoni ed in alcuni casi ricorrendo addirittura alla violenza fisica in modo da non far emergere quanto stesse accadendo tra le mura del “Maria Santissima Addolorata” garantendosi in tal modo un maggiore profitto.
CRONACA
12 giugno 2016
Sette indagati per la truffa dei morti-viventi all’ospedale di Eboli